La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione il 10 novembre scorso ha pubblicato un aggiornamento dell’andamento della previdenza integrativa con i dati aggiornati a fine settembre 2020 in termini di adesioni, contribuzioni e rendimenti.
A fronte di un totale di 9,289 milioni di iscritti, di cui orientativamente 8,420 milioni di individui sono iscritti ad una sola forma pensionistica integrativa, l’incremento da fine 2019 è stato complessivamente del 1,9%.
In particolare, nei fondi pensione chiusi l’aumento di adesioni è stato pari al 2,8%, subito a seguire del 2,7% nel fondi pensione aperti e dell’1,2% nei PIP (piani individuali pensionistici).
Contribuzioni a fronte dell’emergenza
Nonostante il periodo di emergenza, rispetto allo stesso periodo del 2019, nei primi mesi di quest’anno si è registrato comunque un incremento, pari all’1% complessivo, a fronte di un trend negli anni passati di circa un +5%.
Come riportato dalla Covip, il flusso contributivo è stato maggiore nei fondi pensione aperti, con un +2,6% mentre si è registrato un lieve calo nei PIP.
Prosegue il recupero iniziato nel secondo trimestre dell’anno
I rendimenti registrati delle forme pensionistiche integrative hanno proseguito nel recupero iniziato nel secondo trimestre, dopo un primo periodo di inevitabile turbolenza sui mercati finanziari, anche se non ancora tornati positivi rispetto all’anno precedente.
Infatti, ecco l’evoluzione nel corso del 2020.
Rendimenti medi registrati primo trimestre:
- fondi pensione aperti erano pari a – 7,5%
- PIP erano pari a -12,1%
- fondi pensione chiusi -5,2%
Rendimenti medi registrati primo semestre:
- fondi pensione aperti risaliti a – 2,3%
- PIP ramo III, ora sono a – 6,5%
- PIP di ramo I (gestioni separate): +0,7%
- nei fondi pensione chiusi passati ad un – 1,1%
Rendimenti medi al 30 settembre 2020:
- fondi pensione aperti risaliti a – 0,9%
- PIP ramo III risaliti a – 4,7%
- PIP di ramo I (gestioni separate): +1%
- fondi pensione chiusi passati ad un +0,2
Come suggerito dalla stessa Covip, inoltre, le performance vanno valutate su orizzonti più lunghi in linea con la durata del risparmio previdenziale, che quindi essi restano nel complesso soddisfacenti nonostante la recente crisi. Considerando il decennio 2010-2019, il rendimento medio annuo composto è stato pari al +3,8% per i fondi aperti e per i PIP di ramo III, e al +2,6% per le gestioni di ramo I e al 3,6% per i fondi chiusi, a fronte della rivalutazione ordinaria del TFR che è risultata pari al +2%.
Aggiungendo a questi dieci anni gli ultimi nove mesi, i rendimenti medi annui composti sono pari a:
- + 3,5% per i fondi pensione aperti
- + 3,1% per i PIP di ramo III
- +2,5 per PIP ramo I
- + 3,4% per i fondi negoziali,
A fronte di una rivalutazione del TFR scesa al +1,9% annuo.
Da non sottovalutare, infine, che il fondo pensione si adatta ad ogni situazione della vita, aiutando l’aderente in caso di difficoltà.
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