A partire da domani 25 agosto, dopo i liberi professionisti, anche gli autonomi iscritti ad una delle gestioni INPS presso l’AGO potranno presentare la domanda per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali relativi al 2021 (da versare con rate o acconti). In particolare, si tratta di un esonero parziale disposto dalla legge di bilancio per il 2021 in favore di quei lavoratori che siano stati colpiti dalla crisi, con un conseguente calo del fatturato.
Esonero dei contributi previdenziali: a chi spetta?
I destinatari sono innanzitutto i lavoratori autonomi iscritti al 31 dicembre 2020 ad una delle gestioni INPS presso l‘AGO (gestioni speciali e gestione separata) e i liberi professionisti iscritti alla propria Cassa professionale. Sono esclusi, quindi, quei lavoratori che abbiano avviato l’attività successivamente, nel corso del 2021. Altra esclusione, inoltre, riguarda gli imprenditori agricoli professionali iscritti alla Gestione dei lavoratori autonomi in agricoltura per l’attività di amministratore in società di capitali, in quanto il reddito percepito non si configura come reddito prodotto dall’azienda.
I requisiti per poter presentare la domanda al proprio ente previdenziale di riferimento sono stati fissati dal successivo decreto ministeriale del 17 maggio 2021 e sono comuni per autonomi e liberi professionisti.
1) Il calo del fatturato o dei corrispettivi nell’anno 2020 deve essere di almeno il 33% rispetto al 2019. Il requisito non è richiesto, quindi, per chi ha avviato l’attività a partire dal 2020. Inoltre, viene riferito all’attività svolta in via prevalente dal lavoratore.
2) Il reddito da lavoro percepito nel corso del 2019 non deve essere superiore ai 50.000 euro e viene individuato nella dichiarazione dei redditi delle persone fisiche trasmessa agli uffici finanziari, sia entro il termine ordinario che entro quello previsto per la presentazione dell’istanza di esonero stessa. Anche in questo caso, quindi, il limite non riguarda i lavoratori che abbiano avviato l’attività nel 2020.
3) Il lavoratore deve risultare in possesso del requisito della regolarità contributiva, verificato attraverso il Documento unico di regolarità contributiva (DURC), che a decorrere dal 1° novembre 2021 è accertata d’ufficio dagli enti concedenti. Inoltre, come precisato nella Circolare dell’INPS del 6 agosto 2021, la regolarità contributiva è assicurata anche dai versamenti effettuati entro il 31 ottobre 2021, ma resta in ogni caso fermo il recupero degli importi fruiti a titolo di esonero in quanto non spettanti.
Infine, non bisogna essere titolari di contratto di lavoro subordinato, né di alcuna pensione diretta, fatto salvo l’assegno ordinario di invalidità. Un’eccezione è prevista, però, per il personale sanitario già in quiescenza iscritto alla gestione separata, che può accedere ugualmente all’esonero.
Misura, termini e modalità per richiedere l’esonero
L’esonero parziale spetta innanzitutto nella misura massima di 3.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile per ciascun beneficiario e comunque entro il limite di spesa complessivo fissato dal decreto ministeriale, che per l’INPS è pari a 1,5 milioni di euro. Inoltre, l’esonero viene riconosciuto in relazione alla contribuzione dovuta, differenziata per ciascuna tipologia di lavoratore e conseguente gestione previdenziale.
I lavoratori autonomi, quindi, che possiedono i requisiti per fruire dell’esonero e che intendono presentare la relativa domanda possono non effettuare il versamento dei contributi alle scadenze successive alla pubblicazione della circolare dell’INPS del 6 agosto 2021, al pari dei liberi professionisti rispetto alle relative Casse previdenziali.
L’istanza di esonero va presentata dai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni INPS a partire dal 25 agosto ed entro il 30 settembre, mentre per i liberi professionisti, oltre ad essersi aperta qualche giorno prima la possibilità di presentare la domanda, il termine ultimo è il 31 ottobre 2021.
Infine, per quanto riguarda la modalità di presentazione della domanda, deve avvenire sui distinti modelli messi a disposizione per ogni Gestione INPS o Cassa previdenziale, attraverso i consueti i consueti canali telematici di accesso al proprio Cassetto Previdenziale.
Quali effetti dell’esonero contributivo sulla pensione?
Trattandosi di un’esenzione, seppur parziale, dal versamento dei contributi dovuti per il 2021, una domanda che sorge spontanea è quali siano gli effetti sulla pensione.
La legge ha fortunatamente disposto che in caso di esito positivo della richiesta di accesso al beneficio, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, di conseguenza, in corrispondenza dei periodi contributivi per i quali il lavoratore si avvalga dell’esonero, si procederà al relativo accredito della contribuzione sulla posizione previdenziale del soggetto.
L’accredito integrale dei contributi oggetto di esonero, però, è subordinato al pagamento della quota parte di contribuzione dovuta dal lavoratore, che non rientra nell’agevolazione, oltre agli accertamenti, inevitabilmente successivi, della sussistenza di tutte le condizioni richieste, come ad esempio il limite reddituale di 50.000 euro riferito al 2019. A tal fine, quindi, l’INPS precisa che il periodo relativo all’esonero verrà esposto nell’estratto conto del lavoratore ma con riserva delle ulteriori attività di verifica dei requisiti di legge non ancora completate.
L’esonero contributivo rappresenta senz’altro un importante agevolazione per i lavoratori maggiormente in difficoltà, soprattutto alla luce del fatto che, in caso di esito totalmente positivo, non si ripercuote sull’ammontare della pensione, già di per sé compromessa per tutti i lavoratori e in particolar modo proprio per autonomi e liberi professionisti.