In linea con la tendenza in generale degli italiani, popolo di grandi risparmiatori poco inclini agli investimenti, il segmento femminile in particolar modo risulta ancor meno propenso al rischio. Questo fattore, è dovuto al fatto che siano meno autonome nell’effettuare scelte economico-finanziarie perché scarsamente informate perché più “conservatrici”. Questo le porta inevitabilmente a vivere una maggior situazione di ansia di fronte a queste decisioni.
Dalla ricerca risulta infatti come, solo per una donna su quattro, scegliere di agire investendo piuttosto che accantonando i risparmi in un “salvadanaio” sia la modalità di ricavo che preferiscono sul lungo termine; solo il 37% infatti detiene titoli di investimento, situazione diversa per gli uomini che arrivano al 48%.
Da questo punto di vista, un dato interessante è quello che riguarda proprio l’importanza data alla figura del consulente finanziario: il 31% in media tra uomini e donne vi fa riferimento per avvalersi dei servizi finanziari.
Rimane però un pilastro indiscusso l’attitudine delle donne alla responsabilità nelle scelte finanziarie; coloro che rientrano nella fascia dei Millennials (71%) risultano infatti maggiormente in ansia quando si tratta di investimenti, specialmente se paragonate alle “baby boomers” (51%).
In generale le donne italiane vivono in situazione di maggior apprensione rispetto agli uomini, e le tre tematiche principali che troviamo alla base di queste preoccupazioni riguardano il permettersi una adeguata assistenza sanitaria e sociale in età avanzata, le spese a breve termine e i costi legati al mantenimento dell’abitazione.
Il 51% delle donne in coppia ritiene di condividere con il proprio partner la responsabilità delle decisioni quando si tratta di investimenti e risparmi, mentre solo il 31% degli uomini conferma questo dato.
Quali sono i maggiori rimpianti?
Per ovviare a queste paure ben il 52% del campione intervistato sostiene di aver ridotto il bilancio familiare nell’ultimo anno contro il 45% degli uomini. Il principale rincrescimento è però quello di non aver previsto e aderito a un piano di previdenza integrativa privata (25%), mentre il 21% si rammarica di non essersi fatta consigliare in maniera adeguata un piano pensionistico.
Secondo poi uno studio effettuato dal Museo del Risparmio di Torino riportato dalla RAI, nonostante il quadro complessivo della popolazione femminile italiana non sia così roseo, affiora un trend invece positivo. La crescita anagrafica, l’avanzare quindi degli anni porta ad una maggior presa di coscienza e consapevolezza in tema di finanza e investimenti, con particolare focus su quella che è la fascia 25-44 che costituisce un segmento evoluto in termini di emancipazione economico-lavorativa e conoscenze finanziarie addirittura superiori rispetto alla popolazione maschile, nonostante lo sbilanciamento di genere ancora presente.
In conclusione, sebbene il 50% delle donne prese a campione dello studio dichiari di non avere conoscenze in campo finanziario, ma si dichiari amministratrice dei fondi familiari intendendo la destinazione delle spese giornaliere, si sta assistendo ad un’evoluzione del trend. Sempre più donne si chiedono su cosa sia meglio investire, si informa maggiormente e decide di conseguenza di rischiare di più, rimanendo però sempre più prudenti rispetto al segmento maschile.