- equiparazione di uomini e donne per i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia (2018)
- stabilizzato il requisito di 41 anni di contributi per per i lavoratori cosiddetti precoci (2018)
- confermati i requisiti di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini ai fini della pensione anticipata (2019)
- introdotta quota 100 come ulteriore via di pensionamento anticipato (2019).
Pensioni anticipate aumentate del 56% nel 2019
In particolare, dal punto di vista della tipologia della prestazione, ecco come sono distribuite le pensioni liquidate nel 2019 dalla gestione dei lavoratori dipendenti del settore privato (FPLD – fondo pensioni lavoratori dipendenti) e da quelle dei lavoratori autonomi e parasubordinati:
L’osservatorio dell’INPS ha analizzato le pensioni liquidate anche per:
- regime di calcolo
- età e sesso
- area geografica
- fasce di importo.
Secondo queste ulteriori classificazioni è emerso che la maggior parte dei pensionati è in regime misto contributivo-retributivo e solo una minima parte integralmente sotto il regime contributivo, dato confermato in tutte le gestioni INPS.
Dal punto di vista geografico, il peso maggiore delle pensioni liquidate si registra nel nord Italia, soprattutto a nord ovest, a seguire il sud e Isole e il centro.
Pensioni: la maggior parte entro i 1.000 euro mensili
Infatti, da un lato è comune il fatto che la maggior parte degli assegni è di ammontare tra i 500 euro e i 1.000 euro mensili, la distribuzione cambia rispetto alle fasce più alte con differenze più marcate tra lavoratori dipendenti e autonomi.
Questi dati per gli anni 2018 e 2019 confermano in realtà un fenomeno più generale, ossia di pensioni pubbliche inferiori nell’ambito del lavoro autonomo rispetto a quello privato.
Resta fermo il fatto che per tutti i lavoratori la pensione pubblica non coprirà l’intero ammontare della pensione pubblica, ma solo una parte. Di conseguenza resta un gap previdenziale da colmare. Lo strumento mirato è la previdenza integrativa e tutti i suoi vantaggi.