Partendo da questo presupposto, il primo passo per decidere quanto investire in un fondo pensione è calcolare l’importo della futura pensione pubblica e dell’ultimo reddito stimati.
La pensione sarà sufficiente o non consentirà di mantenere il tenore di vita desiderato?
Quanto puoi ottenere da un fondo pensione?
Investire nel fondo pensione: due esempi concreti
Luca e Anna hanno calcolato quando andranno in pensione e scoperto la percentuale di ultimo reddito coperta dalla pensione pubblica: l’informazione e la consapevolezza sull’ammontare della futura pensione sono essenziali per capire quanto serve per mantenere un tenore di vita adeguato nel post lavoro.
Luca ha 26 anni ed è un neolaureato alla prima occupazione. Si stima che potrà andare in pensione all’età di 67 anni e 9 mesi, a ottobre 2059. La pensione pubblica di Luca rappresenterà solo il 63% dell’ultimo reddito percepito prima del pensionamento. Si tratta di una bella differenza.
Investire nel fondo pensione: il fattore tempo e la capacità di risparmio
Parlando di previdenza integrativa, prima si inizia maggiore sarà il risparmio. Coloro che aderiscono a un fondo pensione sin dall’inizio della propria carriera lavorativa possono contare su un lungo periodo di contribuzione grazie al quale potranno ottenere molto anche a fronte di versamenti contenuti ma costanti. Al contrario, coloro che non aderiscono fin dall’inizio della propria carriera lavorativa, dovranno prevedere versamenti maggiori al fine di ottenere la pensione integrativa desiderata.
Certamente ognuno deve fare i conti con la propria capacità di risparmio. Alcuni esperti consigliano di destinare alla previdenza integrativa il 10% della propria retribuzione lorda annua, altri invece consigliano di destinare ⅓ della propria capacità di risparmio. Quello che resta certo è la necessità di accantonare per tempo delle risorse per il post lavoro.
Riprendendo i due esempi, Luca ha deciso di tutelare il proprio domani aderendo a un fondo pensione versando 1.200 euro all’anno e destinando anche il proprio TFR.
Anna è un avvocato con un buon reddito, ma come tale percepirà una pensione pubblica bassa. Per tutelare il proprio tenore di vita ha deciso di aderire alla previdenza integrativa all’età di 40 anni, versando ogni mese 400 euro, per un totale di 4.800 euro all’anno.
Quali altri vantaggi prevede un fondo pensione?
Flessibilità in fase di contribuzione e vantaggio fiscale
Al fine di soddisfare le esigenze di tutti gli utenti, il sistema di previdenza integrativa prevede molta flessibilità in fase di contribuzione ossia la possibilità di variare nel tempo l’ammontare e la frequenza dei versamenti, fino anche a sospenderli.
Altro elemento da prendere in considerazione è il vantaggio fiscale della deducibilità dei contributi fino a ben 5.164,57 euro all’anno. Si tratta di un beneficio fiscale importante che, sottraendo i contributi versati nel fondo pensione dalla base imponibile del reddito sulla quale si applicano le aliquote IRPEF, permette di risparmiare sulle tasse ogni anno. L’importo restituito dallo Stato grazie alla deducibilità può anche essere “reinvestito” nel fondo pensione, contribuendo così alla costruzione della pensione integrativa.
Riprendendo l’esempio, grazie alla deducibilità Luca risparmierà ogni anno 324 euro di tasse e Anna ben 1.824 euro.
I dipendenti privati hanno un ulteriore possibilità in quanto possono contribuire al fondo pensione anche con il proprio TFR, come ha deciso di fare Luca, per esempio. Si tratta di un metodo di contribuzione che non pesa direttamente sulle finanze giornaliere dell’aderente in quanto, invece di essere accantonato in azienda, viene versato dal datore di lavoro ogni mese direttamente al fondo pensione.
Inoltre, destinare il TFR alla previdenza integrativa conviene in quanto è fiscalmente più vantaggioso e soprattutto tutelato.