Quali sono le conoscenze e i comportamenti degli italiani in tema di assicurazioni? Lo rivela l’indagine IVASS del 20 maggio 2021 la cui realizzazione è stata affidata al Raggruppamento Temporaneo d’Imprese costituito dall’Università degli Studi di Milano – Bicocca e alla società DOXA.
La rilevazione ha coinvolto un campione di 2.053 individui, stratificati per sesso, area geografica e dimensione del centro abitato e rapprendenativi, secondo fonte ISTAT, di un universo di circa 50.7 milioni di italiani maggiorenni. Lo scopo è quello di misurare il livello di conoscenze assicurative della popolazione, per poter individuare delle strategie più efficaci per promuovere la cultura assicurativa.
Come rilevato da Stefano De Polis, Segretario Generale IVASS, dall’indagine emerge che, al di là della polizza RC auto, le altre tipologie di assicurazioni non obbligatorie sono ancora poco diffuse anche a causa della cultura assicurativa ritenuta dal ben il 70% degli intervistati come non adeguata. C’è, quindi, l’esigenza di avvicinare i cittadini attraverso “progetti di educazione assicurativa che dovranno, in ogni caso, ampliarsi a ricomprendere anche l’alfabetizzazione digitale della clientela atteso l’ormai inseparabile legame tra le due dimensioni”.
Da quest’ultimo punto di vista, infatti, va incrementato il numero di sottoscrittori di prodotti assicurativi online, con il 16,9% degli intervistati, di cui però solo il 5,9% acquista polizze esclusivamente su internet.
Il profilo assicurativo degli italiani
Dall’indagine IVASS emerge innanzitutto il seguente profilo assicurativo degli italiani:
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
La fetta di chi possiede polizze assicurative non obbligatorie è quella maggioritaria, con il 53,5%, mentre quasi il 40% degli italiani possiede solo polizze a sottoscrizione obbligatoria e il 6,9% non possiede polizze.
Analizzando questo profilo da un punto di vista geografico, la tendenza a non sottoscrivere alcuna polizza assicurativa è molto più marcata al Sud (8,4%) e nelle Isole (14,4%), così come la sottoscrizione di sole polizze obbligatorie (rispettivamente 55,3% e 58,1%), mentre al Nord e al Centro sono maggiormente diffuse le polizze non obbligatorie, con il 65,8% a Nord Ovest, il 69,9% a Nord Est e il 55,7% al Centro.
Il canale tradizionale dell’agente/broker assicurativo resta quello più diffuso per la sottoscrizione dei prodotti assicurativi, con il 75% degli intervistati.
Il canale digitale è stato scelto dal 16,9% degli italiani, con una percentuale maggiore tra le fasce di età più giovani (20,3% tra i 18-34 anni e 20,9% tra i 35-54 anni).
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
Di poco superiore la percentuale di chi ha utilizzato la banca/posta/consulente finanziario, con il 17,3% degli intervistati, con un numero maggiore invece nelle fasce di età superiori (14% tra i 18-35 anni contro il 20,1% tra i 35-54 anni).
Quali sono i timori più diffusi?
Un quesito molto importante, che delinea ulteriormente il profilo assicurativo degli italiani, riguarda i timori più sentiti per il presente o per il futuro. Indicando un grado di percezione tra molto, abbastanza, poco o per niente, la scelta è stata fatta per dieci tipologie di rischio:
- perdita del lavoro
- riduzione del reddito quando sarà in pensione
- problemi di salute per malattie o infortuni
- subire furti, scippi, aggressioni
- non poter provvedere al benessere dei figli/nipoti
- dover sostenere persone care non autosufficienti
- danni alle abitazioni
- disastri naturali (es.: alluvioni, terremoti, etc.)
- rischi informatici quando naviga o acquista on line
- danni che lei o i suoi familiari potete involontariamente arrecare ad altri.
I rischi più sentiti sono risultati i problemi di salute per malattie o infortuni (76,7%), la paura di non poter provvedere al sostentamento delle persone care non autosufficienti (67,9%) seguito dal benessere di figli/nipoti (64,6%) e il rischio di un reddito ridotto in pensione (63,4%).
Una domanda inevitabilmente collegata riguarda la motivazione per la quale, nonostante l’avvertimento del rischio, non sia stato sottoscritto un prodotto assicurativo per proteggersi. Dovendo dare tre risposte tra le cinque opzioni disponibili, il costo della polizza rappresenta la causa più importante, con il 67,5%. A seguire la scarsa comprensibilità della polizza (50%) e la sfiducia nei confronti delle assicurazioni (42,4%). Tra le motivazioni meno diffuse, invece, l’improbabilità che si verifichi il rischio (28,7%) ed esperienze negative in occasione di un sinistro (28,7%).
Quali sono i prodotti assicurativi più diffusi?
La polizza assicurativa più diffusa è quella obbligatoria RC auto, con quasi il 90%.
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
Seguono la polizza casa con il 30,2%, la polizza infortuni (20,2%), la responsabilità civile della famiglia (20,1%), la polizza vita caso morte (17,8%), la previdenza integrativa e altre polizze vita di risparmio (16,9%) e la polizza obbligatoria incendio-scoppio casa legata al mutuo (16,8%).
Meno diffuse l’assicurazione per calamità naturali, la polizza di protezione del credito e la polizza malattia (tra il 13,1% e il 10,6%). Ancora inferiore il grado di diffusione della polizza per non autosufficienza (LTC) con il 6%. Del tutto residuali, infine, la polizza professione e quella per animali domestici (rispettivamente 0,6% e 0,4%).
Analizzando i risultati sempre da un punto di vista geografico, i livelli di copertura assicurativa variano molto tra Nord, Centro, Sud e Isole soprattutto per determinate tipologie di polizze. In particolare, il divario è piuttosto marcato per la polizza casa (54,9% nel Nord Est a fronte del 7,3% del Sud), la polizza contro le calamità naturali (22,1% del Nord Ovest rispetto al 3,5% delle Isole), la polizza RC famiglia (35,2% del Nord Est rispetto al 5,10% del Sud) e quella infortuni (22% al Nord rispetto a poco più del 5% nel Sud e Isole).
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
Si avvicinano, invece, le percentuali di sottoscrizione per l’assicurazione vita caso morte e per la previdenza complementare.
A proposito di questi due prodotti, quanto sono effettivamente conosciuti?
Assicurazione TCM e previdenza integrativa: in pochi conoscono le effettive garanzie
Per conoscere il livello di conoscenza assicurativa è stato posto un quesito su quali siano le garanzie offerte per ciascun prodotto assicurativo, tra cui la polizza vita temporanea caso morte (TCM) e la previdenza integrativa.
Rispetto alla polizza caso morte, il 13,7% afferma di conoscere quali sono le garanzie di copertura sottoscrivibili con questo prodotto. Di fronte, però, a quattro possibili opzioni di copertura, l’80,9% di chi aveva risposto di conoscere le garanzie offerte dalla polizza TCM ha scelto la risposta corretta.
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
In coerenza, invece con chi aveva dichiarato di non conoscere il prodotto, la minoranza ha individuato la risposta corretta, con l’11,7%, contro percentuali superiori ai 20 punti per le altre tre opzioni errate.
Rispetto alla previdenza integrativa, il 23% dichiara di conoscere le garanzie offerte dal fondo pensione, di cui il 92,3% individua l’opzione di copertura corretta rispetto a quelle errate.
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
Tra chi invece ha indicato di non conoscere lo scopo della previdenza integrativa, solo il 6,5% ha individuato la risposta corretta.
Interessante notare, però, come dinanzi all’ipotesi di un peggioramento del tenore di vita una volta in pensione, quasi il 70% ritiene sia opportuno sottoscrive una forma di previdenza integrativa per prevenire questa eventualità.
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
L’esigenza è avvertita soprattutto tra le fasce di età più giovani, mentre tende a scemare dopo i 64 anni d’età, complice anche il minor tempo a disposizione.
Questi dati sulla scarsa conoscenza delle coperture offerte dai prodotti assicurativi non stupiscono, considerando la percezione della cultura assicurativa nel nostro Paese da parte degli intervistati, ritenuta da ben il 70% come non adeguata.
Cultura assicurativa: gap conoscitivo da colmare e set informativi poco comprensibili
Fonte: indagine IVASS “Conoscenze e comportamenti assicurativi degli italiani” con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e DOXA – 20 maggio 2021
Non solo, alla domanda su quanto si ritenga generalmente comprensibile il set informativo dei prodotti assicurativi, più del 50% si ritiene insoddisfatto.
Dall’indagine emerge, quindi, come ci sia un gap conoscitivo più o meno manifestato e lamentato da parte degli italiani. Gli stessi ritengono che andrebbe colmato innanzitutto ad opera delle istituzioni pubbliche (IVASS, Consob, Banca d’Italia, Ministero dello Sviluppo Economico), con il 60% delle risposte e dalle compagnie assicurative, banche e intermediari assicurativi con il 45,5%. A seguire, il compito spetterebbe alla scuola (27,5%), ai mass media (25,5%) e alla famiglia (13%).
Trasparenza e fiducia i fattori più importanti
Fattori che possono avvicinare gli italiani al mondo assicurativo sono senz’altro la trasparenza delle informazioni fornite e la fiducia. Ponendo lo stesso quesito sia a intervistati attualmente assicurati che non assicurati (in decisa minoranza), in entrambi i casi sono stati scelti questi due elementi. Tra gli assicurati rileva, inoltre, il fattore dell’esperienza e professionalità, mentre incidono meno
il costo delle polizze, la capacità di comprendere i bisogni, la semplicità nell’illustrare i prodotti proposti e la segnalazione di conoscenti fidati.
Con particolare riguardo, poi, al fattore della fiducia, la maggioranza delle persone intervistate la indica come un fattore molto (65%) o abbastanza (28%) importante quando si sottoscrive una polizza.
In conclusione del suo intervento, Stefano De Polis sottolinea come lo studio presentato dall’IVASS sia ricco di spunti per tutti gli operatori del settore e non solo, anche per la scuola, l’università, le associazioni e la società civile, chiamati a lavorare insieme nei prossimi mesi e anni sui temi dell’alfabetizzazione assicurativa e digitale.
Come affermato dal Segretario Generale IVASS “L’educazione assicurativa è uno strumento molto potente per garantire l’effettiva tutela dei cittadini ma anche la stessa efficienza del mercato assicurativo.
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