Riforma pensioni: previsti altri quattro tavoli tecnici
Il primo riguarderà maggiormente nel dettaglio Opzione donna, l’Ape sociale, lavoratori precoci e gli esodati, nell’ottica come detto di un’estensione della platea di beneficiari.
Il secondo, invece, riguarderà i contratti di solidarietà espansiva e la isopensione, con il fine di garantire un ricambio generazionale anche all’interno di aziende di minori dimensioni e non necessariamente con più di mille dipendenti. In particolare, come riportato su Repubblica, questa normativa andrebbe rivista proprio in chiave di staffetta generazionale, dove tramite un previo accordo sindacale, viene anticipata la pensione ai lavoratori più prossimi al pensionamento in cambio dell’assunzione dei giovani. Una misura che per esempio prevede 3 anni di anticipo incentivato di cui due pagati con la Naspi e l’ultimo dall’azienda potrebbe essere inclusa già nella prossima legge di bilancio.
Successivamente ci saranno dei tavoli tecnici sulla rivalutazione delle pensioni in essere e sulla previdenza integrativa.
Tavolo tecnico anche per la previdenza integrativa
Il fondo pensione dovrebbe essere una scelta praticamente obbligata anche per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, per i quali gap previdenziale tra pensione pubblica e ultimo reddito percepito è ancora più marcato rispetto alla categoria dei lavoratori dipendenti.
In un’ottica di pensionamento anticipato poi, qualsiasi misura venga introdotta si traduce inevitabilmente in un assegno pensionistico più basso e in alcuni casi non mancano ulteriori penalizzazioni: basta pensare alla proposta avanzata per superare quota 100 di un pensionamento base a 62 anni ma con penalizzazioni anche del 3% per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione a 67 anni d’età, nota come pensione di vecchiaia.
Ecco che anche in questo il risparmio attuato con la previdenza integrativa si rivela fondamentale, perché consente di anticipare il pensionamento con quanto accumulato nel fondo pensione.
In un sistema pensionistico sostenibile e a tutela dei lavoratori, con il primo pilastro pubblico deve necessariamente coesistere quello della previdenza integrativa, strumento di risparmio non a caso particolarmente tutelato e fiscalmente vantaggioso per chi decide di aderire.