La Covip (Commissione di Vigilanza sui fondi pensione) ha infatti pubblicato i dati aggiornati a dicembre 2019 da cui emerge che gli iscritti hanno superato i 9 milioni, con un + 4,5% rispetto all’anno precedente.
Fondi pensione aperti meglio dei PIP
Per quanto riguarda i fondi pensione chiusi, istituiti da contratti collettivi o accordi aziendali e destinati solo a determinate categorie di lavoratori, la crescita degli iscritti (+5,3%) è dovuta soprattutto ai dieci fondi pensione che prevedono meccanismi di adesione contrattuale, ossia per effetto del contributo contrattuale a carico del datore di lavoro previsto dai contratti collettivi nazionali nell’ambito delle aziende che li applicano.
Performance positive in tutte le linee di investimento: battuto il TFR
Il rendimento ottenuto dai fondi pensione aperti, al netto dei costi e della fiscalità, è stato del + 8,3%, nei PIP del + 12,2%, con riguardo ai comparti diversi da quello garantito e in quest’ultimo del +1,7% e nei fondi chiusi del + 7,2%.
La rivalutazione del TFR lasciato in azienda è stata pari al + 1,5%, tendenza che conferma l’andamento degli dieci anni con una rivalutazione media del + 2% contro rendimenti medi annui composti del + 3,8% per i fondi pensione aperti, del + 3,8% per i PIP comparti dinamici e + 2,6% di quelli garantiti e del + 3,6% dei fondi pensione chiusi.