“Quando l’assegno pensionistico percepito alla fine di una carriera lavorativa si può definire sufficiente?” E’ questo il quesito emerso nel corso del XII Congresso Nazionale degli Attuari svoltosi dal 21 al 23 novembre a Roma. Gli attuari, definiti da Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, come i “valutatori dell’incertezza”, quest’anno si sono focalizzati su un tema sempre più attuale e di rilievo per il Paese: il welfare.
Il termine welfare indica l’insieme dei servizi volti a garantire maggiori tutele, sicurezze e benessere ai cittadini. In questo contesto la previdenza e l’assistenza rappresentano i due settori chiave e, secondo quanto emerso nel corso del Congresso, la loro copertura può essere assicurata attraverso una combinazione di pensioni e sanità di base affiancate alle corrispondenti forme integrative.
L’Ordine Nazionale degli Attuari ha presentato un progetto di welfare integrato e allargato che si fonda su una collaborazione tra pubblico e privato con l’obiettivo di perseguire un maggiore benessere dei cittadini.
Rispondendo all’interrogativo iniziale sull’importo di pensione sufficiente, gli attuari hanno messo a punto un nuovo metodo di calcolo che, attraverso una vera e propria pagella, da la possibilità di misurare il livello di protezione dei cittadini. La pagella misura l’adeguatezza della copertura previdenziale dei lavoratori, calcolando il tasso di sostituzione e cioè la percentuale di ultimo reddito percepito da lavoratori coperta dalla pensione pubblica (primo pilastro) e quella integrativa (secondo pilastro), se presente:
Fonte: Congresso Nazionale degli Attuari
Come emerge dalla pagella, un tasso di sostituzione inferiore al 50% è insufficiente a coprire i bisogni del post lavoro mentre la piena sufficienza si raggiunge con una copertura superiore al 70%. Per mantenere un tenore di vita adeguato è dunque essenziale prevedere l’affiancamento della previdenza integrativa alla pensione pubblica. E in questo contesto prima si inizia e maggiori saranno i risultati in termini di copertura del tasso di sostituzione.
Oltre alla previdenza gli attuari hanno rivolto la propria attenzione anche a un altro pilastro del welfare: la sanità. Hanno quindi creato un’altra pagella in cui danno i voti al livello di copertura dei bisogni sanitari. La pagella valuta la presenza di polizze sanitarie che assicurano il cittadino non solo nel corso della vita lavorativa, quindi da attivo, ma anche in quella post lavoro:
Fonte: Congresso Nazionale degli Attuari
Con la creazione della pagella del welfare gli attuari hanno voluto offrire ai cittadini un parametro di valutazione volto a scoprire l’adeguatezza della propria copertura previdenziale e sanitaria. La consapevolezza da la possibilità, a coloro che ancora non ci hanno pensato, di agire per tutelare il proprio domani.
Le pagelle, inoltre, vogliono essere uno stimolo anche per gli operatori del settore verso la creazione di un ventaglio di offerte più ampio e personalizzato.
Il primo passo per tutelare il proprio benessere è calcolare l’importo della futura pensione pubblica e scoprire come integrarla grazie alla previdenza integrativa. Si tratta di uno strumento di risparmio unico che, oltre a garantire una rendita aggiuntiva alla pensione pubblica, rappresenta anche una risorsa a cui attingere in caso di bisogno, ad esempio per far fronte alle spese mediche.