Avvocato: quando va in pensione?
Innanzitutto, un avvocato ha tre vie alternative per accedere alla pensione:
1) Pensione di vecchiaia – bisogna aver raggiunto l’età anagrafica e l’anzianità contributiva richieste
2) Pensione di vecchiaia contributiva – permette di andare in pensione al raggiungimento dell’età anagrafica richiesta anche se con meno anni di contributi rispetto alla pensione di vecchiaia
3) Pensione di anzianità – da priorità all’anzianità contributiva raggiunta. Solo in questo caso l’accesso alla pensione è subordinato alla cancellazione dall’Albo Forense.
Vediamo nel dettaglio i requisiti di queste tre vie.
Pensione di vecchiaia per gli avvocati
- 68 anni di età compiuti, sia per gli uomini che per le donne
- 33 anni di effettiva iscrizione all’albo degli avvocati e altrettanti anni di contribuzione alla Cassa Forense
Nel biennio 2019-2020 è previsto un ulteriore innalzamento dei requisiti e per ottenere la pensione di vecchiaia bisognerà aver raggiunto almeno i 69 anni di età e 34 di iscrizione e contribuzione.
Pensione di vecchiaia contributiva per gli avvocati
Possono richiedere la pensione di vecchiaia contributiva tutti gli iscritti alla Cassa Forense che:
- hanno compiuto i 68 anni di età
- hanno almeno 5 anni di effettiva iscrizione e contribuzione
Nel biennio 2019 – 2020 l’età pensionabile aumenterà a 69 anni.
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Pensione di anzianità per gli avvocati
- hanno compiuto i 61 anni di età
- hanno maturato almeno 39 anni di effettiva iscrizione all’Albo degli avvocati e di contribuzione alla Cassa Forense
Dal 2020 per poter accedere alla pensione di anzianità bisognerà avere almeno 62 anni di età e 40 anni di iscrizione e di contribuzione.
L’iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense
Pensione per gli avvocati: quanto si versa?
- Contributo soggettivo: rappresenta il 14,5% del reddito professionale dichiarato ai fini IRPEF (l’aliquota salirà al 15% nel 2021) fino a 98.050 euro. Nel 2018, a prescindere dall’aliquota, il contributo minimo soggettivo è di 2.815 euro. La parte di reddito superiore a 98.050 euro è soggetta al contributo di solidarietà pari al 3%.
- Contributo integrativo: questa tipologia di contributo e rappresenta il 4% del volume di affari Iva dichiarato ed è ripetibile nei confronti del cliente. Anche qui era previsto un contributo minimo pari a 710 euro, ma è stato temporaneamente abrogato per gli anni che vanno dal 2018 al 2022.
- Contributo soggettivo modulare: questa tipologia di contributo è volontaria. Gli iscritti alla Cassa possono decidere di versare il contributo soggettivo modulare per accumulare una quota aggiuntiva di pensione. Possono infatti destinare alla futura pensione una quota tra l’1% al 10% del reddito professionale netto dichiarato ai fini IRPEF con un massimale di 98.050 euro.
Contributo e indennità di maternità: tutti gli iscritti, infine, devono pagare un contributo destinato all’erogazione dell’indennità per le professioniste madri.
Ogni anno gli avvocati devono compilare un apposito modello al fine di comunicare alla Cassa Forense i propri dati reddituali e versare i propri contributi, che potranno essere pagati anche a rate.
Calcolatore pensione: a quanto ammonterà la pensione di un avvocato?
L’importo della pensione viene calcolata sulla base del reddito medio annuo dichiarato ai fini IRPEF nell’arco di tutto il periodo di iscrizione alla Cassa Forense con esclusione dei peggiori 5 anni.
Calcolare quale sarà l’importo di pensione pubblica erogato dalla Cassa Forense che spetterà all’avvocato una volta terminata l’attività forense è difficile, ma grazie al calcolatore pensione, selezionando la professione “Avvocato”, si può fare subito una stima che terrà conto delle regole specifiche previste dalla Cassa Forense.
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